Cari lettori e care lettrici,
Che cos’e’ il Black Lives Matter, questo hashtag che ha preso il sopravvento sul web negli ultimi dieci giorni? Ma a noi Italiani quanto e perché ci importa di George Floyd?
Dal giorno in cui George Floyd è venuto a mancare, pare che l’Europa si sia risvegliata portando alla luce un tema tanto difficile quanto sgradevole da affrontare, sia per lo subisce sia per chi lo mette in atto: il razzismo, in tutte le sue forme e sfaccettature.
George Floyd è morto per soffocamento doloso il 25 Maggio 2020 a Minneapolis, capitale dello stato del Minnesota. La sua morte è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso colmo di omicidi causati dalla police brutality negli Stati Uniti, scatenando reazioni violente in un popolo straziato da anni di abusi sistemici.
Floyd, un uomo afroamericano di 46 anni originario di Houston, ha perso la vita per avere presumibilmente usato una banconota falsa di 20 dollari. Dopo aver mostrato gesti di resistenza durante l’arresto, quattro agenti della polizia sono giunti sul luogo del reato. Uno di questi, Derek Chauvin, preme ferocemente il ginocchio sul collo di Floyd per oltre 8 minuti in prossimità di una vettura della polizia locale. Una passante riprende tutta la scena col cellulare. Il video, diventato poi virale, mostra gli ultimi attimi della vita di Floyd, agonizzante col volto schiacciato a terra, che implora pietà fino all’esalazione del suo ultimo respiro, sotto gli occhi indifferenti dei poliziotti seppur consapevoli di essere filmati.
Purtroppo casi di racial profiling finiti tragicamente come questo sono molto frequenti negli Stati Uniti, fra i più noti ci sono quello di Trayvon Martin (2012), Michael Brown a Ferguson, Missouri (2014) e nello stesso anno anche Eric Garner a New York. Ma ne sono state colpite anche molte donne tra cui Rekia Boyd (2012), Sandra Bland (2015) e Breonna Taylor (2020). La lista è lunga e le vittime sono sempre persone nere, giovani, adulti, vecchi o bambini. Le ragioni non sono valide per giustificare la morte, ma il potere e la cultura che viene istigata nelle forze dell’ordine americane hanno sempre raggiunto livelli di violenza inauditi.
La vicenda di Floyd e’ stata la più eclatante perché negli Stati Uniti la popolazione e’ arrivata all’esasperazione, con uno stato economico e mentale che non ha mai avuto precedenti del genere, soprattutto con mezzi di comunicazione veloci, compatti e virali come oggi. Sotto un’inaspettata pandemia, un tasso di disoccupazione alle stelle e una dialettica razzista perpetuata da un Presidente come Donald Trump, la morte di Floyd non ha significato altro che l’avvento di un risveglio sociale, da parte della comunità afroamericana in primis. Questo risveglio ha portato alla riscossa dei valori dei diritti civili, una volta per tutti, prendendo esempio dai grandi attivisti e personaggi della storia americana come Martin Luther King, Angela Davis e persino il marxista Malcom X.
In risposta a tale tragedia, si sono tenute molteplici proteste in tutti gli Stati, incluse le grandi metropolitane di Chicago, New York City, Atlanta e Los Angeles. In otto giorni pieni, tutto il Paese e altre città dell’estero come Parigi, Amsterdam, Sydney e Milano si sono militate e hanno denunciato questi attacchi e pratiche della polizia. Le proteste poi sono spesso trasformate in saccheggi, fra cui uno dei più dannosi e’ stato nel quartiere di SoHo a New York City, culla dei negozi e grandi corporazioni nazionali e non. Dietro queste proteste c’è il sostegno del movimento attivista “Black Lives Matter”, che venne fondato nel 2013 da Alicia Garza, Opal Tometi e Patrisse Cullors, tre attiviste afroamericane.
I militanti di Black Lives Matter sono a favore dell’uguaglianza fra le persone bianche e quelle di colore, con una maggiore attenzione verso la comunità afroamericana. Tutti possono aderire al movimento e sostenere i principi dettati dal movimento, ma molti ancora non hanno ancora capito l’importanza di tale slogan. Le parole Black Lives Matter spesso vengono messe in confronto con “All Lives Matter”, un movimento di protesta contro la filosofia del Black Lives Matter. Il parole dello slogan “Black Lives Matter” (“Le vite nere contano”) non vanno a discapito del messaggio anti-razziale e pacifista che il movimento di opposizione “All Lives Matter” intende perpetuare. Il Black Lives Matter e’ un’azione collettiva che pone attenzione alle vite di quelli che hanno la pelle nera, con una melanina accentuata, con quella pelle e corpo a cui molto più spesso di qualsiasi altro corpo e pelle di colore e forma diversa vengono afflitti danni ingiustificati.
In aggiunta alle azioni prese sulla strada, il mondo del web ha messo in moto una serie di tamtam globali, con hashtags, filtri, foto, video, e articoli di solidarietà per sostenere l’attivismo sociale intorno alle storie di omicidi e disgrazie come quelle di Floyd. Martedi’ 2 Giugno si e’ infatti tenuto il #BlackOutTuesday, dove tutti coloro che sostengono il movimento si sono mostrati disponibili a pubblicare una post quadrato nero utilizzando l’hashtag scelto per la giornata. L’obiettivo era quello di offuscare contenuti non rilevanti al Black Lives Matter, lasciando l’algoritmo di Instagram fare la sua magia, per poter far trasparire più velocemente i post strettamente relativi alle proteste di tutto il mondo. L’iniziativa deve ancora vedere risultati solidi, ma per il momento non e’ stata una delle attivita’ piu’ proficue sul mondo del web, seppure abbia detestato curiosità e stupore in più comunità, americane e non.
La domanda legittima che poi viene naturale chiedersi e’: ma a noi italiani e italiane, che cosa importa tutto cio’? Come mai questa problematica dovrebbe mai essere di nostro interesse?
In Italia, non abbiamo la n-word come negli Stati Uniti, non abbiamo mai avuto una storia di schiavitù come quella statunitense o di altre colonie europee (seppure abbiamo vissuto una dittatura la quale ci ha portati in Africa e a contatto con altre etnie e popolazioni estranee al panorama caucasico). Pero’ in Italia, come anche negli USA, stiamo iniziando ad avere più sfumature di pelle fra i piu’ giovani, piu’ incroci di oltremare, lingue e culture. Il razzismo sistemico non è adesso solo un caso nord americano, ma si sta consolidando anche in Italia. Ed è per questo giusto e legittimo informarsi su quello che gli Stati Uniti, i neri, e il movimento Black Lives Matter stanno passando.
Come ci si puo’ informare a riguardo di tutto cio’?
Nonostante la novità di questa tematica sulla penisola, ci sono diverse risorse online in lingua italiana che possono aiutare a comprendere meglio la situazione che gli Stati Uniti stanno vivendo, ma soprattutto i neri – non solo negli USA, ma anche di altri Paesi:
Francesco Costa, autore di “Questa è l’America” (2019)
Evelyne S. Afewuaa – imprenditrice e presidente di Nappytalia
Kube Community – community editoriale sull’onda di Teen Vogue e Refinery 29
AfroItalian Souls – con anche il canale YouTube e pagina su Twitter
Per maggiori informazioni sugli sviluppi relativi al #BlackLivesMatter (#BLM), vi consiglio di leggere libri di autori afro-americani (scrivero’ un post al riguardo in settimana), seguire le piattaforme sociali di organizzazioni, riviste e blog di persone di colore, americane e non, nere e non.
Black Lives Matter da’ voce alle realta’ buie e crude della popolazione afro-americana, ma sostiene un messaggio ben piu’ alto che va aldila’ del colore della pelle. Black Lives Matter sottolinea un problema di costante attualita’, con accenni e programmi progettati verso un futuro piu’ giusto ed equo.
Beijos,
the curly flower
One Reply to “Che cos’e’ questo #BLM?”